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L’astronomo Niccolò Cacciatore nacque a Casteltermini il 26 Gennaio 1780; I genitori Gaetano Cacciatore e Maria Cassenti avrebbero voluto che il figlio, seguendo l’esempio dello zio paterno Don Innocenzo Cacciatore, diventasse anche lui prete, e magari un giorno professore presso il prestigioso seminario di Agrigento.
Durante la sua fanciullezza, il giovane Nicolò non mostrava grande propensione ai giuochi che rendevano felici i suoi coetanei, ma piuttosto amava dedicarsi alla lettura, ma anche alla contemplazione di tutto ciò che lo circondava, divorato da quell’ansia del sapere che lo spingeva a cercare testi da cui potere apprendere tutte quelle discipline che più della teologia, lo appassionavano, iniziando a leggere libri di algebra, geometria e geografia.
Era l’anno 1789, quando il Cacciatore lasciava il suo paese per trasferirsi a Palermo, dove oltre ad essere accolto veniva seguito negli studi dall’ illustre concittadino De Cosmi. Sarà proprio frequentando la casa del Pedagogista Castelterminese, che Nicolò Cacciatore si troverà ben presto a fare la conoscenza del sac. Giuseppe Piazzi, ricordiamo in questa sede che il Piazzi oltre ad avere insegnato filosofia a Genova, matematica all’università di Malta e teologia a Roma, dove ebbe come suo collega Barnaba Chiaramonti divenuto nell’anno 1800 Papa Pio VII, e’ colui che si spese in prima persona per la costruzione dell’Osservatorio Astronomico di Palermo, dallo stesso diretto, e, soprattutto sarà nei secoli ricordato per avere scoperto nel primo giorno del mese di Gennaio del 1801 l’ unico asteroide del sistema solare interno ad essere considerato un pianeta nano, alla stregua di Plutone, Makemake, Haumea ed Ederis. Asteroide che prese il nome di Cerere Ferdinandea; Lo stesso Piazzi inoltre denominò le due stelle più luminose della costellazione del Delfino Sualocin e Rotanev, nomi che se letti in senso contrario diventano Nicolaus Venator ovvero il nome latinizzato di Nicolò Cacciatore.
Nel 1800 il Cacciatore divenne il primo assistente del Direttore del Reale Osservatorio, nomina avuta grazie alla suo ingegno dimostrato negli studi dell’astronomia, gli anni che seguirono lo videro collaborare con il Piazzi alla compilazione dei due cataloghi stellari dell’ Osservatorio Palermitano.
Nel 1810 viene nominato Esaminatore Generale dei corpi facoltativi in Sicilia, con l’ incarico di insegnare Geodesia agli Ufficiali del Reale Ufficio Topografico.
Nel 1815, diventa Direttore del Reale Osservatorio Palermitano, durante questo periodo, in occasione dell’apparizione della cometa nell’anno 1819 espose le sue rivoluzionarie teorie sulla origine del sistema solare.
Ma una dura prova lo attendeva durante il periodo dei moti Carbonari di Napoli e delle rivendicazioni autonomistiche siciliane, periodo che vide Palermo vittima di violenti scontri e saccheggi, fu allora che il Cacciatore difese a rischio della propria vita il Reale Osservatorio, preso d’assalto dal popolo inferocito che distrusse gran parte dei documenti di notevole importanza in quel luogo custoditi, e venne condotto in carcere. Ma nemmeno questa esperienza lo distolse dalle sue passioni, infatti tornato in libertà, l’Astronomo tornò ai suoi studi e ai suoi scritti che vennero molto apprezzati da valenti astronomi. I suoi pregiati lavori, gli tributarono prestigiosi incarichi e riconoscimenti infatti, divenne Socio della Reale Società Astronomica di Londra, fu nominato Cavaliere del Reale Ordine di Francesco I e Segretario Generale dell’Accademia Letteraria e Scientifica del Buon Gusto di Palermo.
Niccolò Cacciatore morì all’età di 61 anni il 28 Gennaio 1841.
Riportiamo di seguito alcune tra le sue preziose opere:
Su la Cometa del 1819;
Osservazioni sul Monte Cuccio;
Su l’origine del sistema solare;
Descrizione della meridiana del Duomo di Palermo;
Sul modo di ridurre ad unico sistema le osservazioni meteorologiche;
Riflessioni sul prossimo ritorno della cometa di Halley;
Su le macchie del sole;
Esercizio di Goniometria e Trigonometria sferica;
Relazione dei tentativi fatti per determinare la differenza delle longitudini di Palermo e di Napoli;
Sui fili d’argento per uso dei telescopi;
Storia dell’Astronomia siciliana dal 1800 al 1836;
Del Reale Osservatorio di Palermo